L’autunno è una stagione pazzesca per il cibo, finalmente spuntano i funghi, si cominciano a mangiare le caldarroste bollenti davanti al camino (anche se con queste giornate di sole accendere il camino è da fulminati!), si preparano di nuovo minestre fumanti, ma soprattutto è la stagione dell’olio “novo” come lo chiamiamo in Toscana.
Il pane caldo con un filo d’olio sopra diventa il comfort food per eccellenza da queste parti, per non parlare di giganti ciotoloni colmi di verdure crude per il pinzimonio.
Qui a Firenze, praticamente in città, c’è un posto speciale dove si produce questo oro liquido, la Fattoria di Maiano. Una vera e propria fattoria, le cui origini risalgono addirittura al 1400, dove tutta la produzione è biologica (olio compreso ovviamente). E’ il luogo ideale per scrollarsi di dosso qualunque forma di stress cittadino, godersi un pranzo autunnale sotto il sole e, nel mio caso, far scorrazzare felice Ugo in giro per i campi.
Nei 12 km di passeggiate si trova di tutto, come ad esempio scorci incredibili sul Duomo o sul vicino Castello di Vincigliata, un laghetto, orti pieni di ortaggi e tanti animali. Ci sono asinelli, cavalli, mucche, maialini, oche, galline, conigli, caprette (che giocano a scornarsi talmente forte che viene il mal di testa solo a guardarle!) e persino lo struzzo.
L’unico inconveniente è stato l’incontro ravvicinato tra Ugo, che ovviamente non ha resistito alla tentazione di infilarsi in un recinto, e lo struzzo! Incavolato nero per questa invasione di campo ha fatto talmente casino che ha aizzato un asinello, il quale ha pensato bene di lanciarsi al galoppo dietro a quel dispettoso del mio cane, per fortuna tutto è finito bene con Ugo stile “arimo” spanciato per terra e l’asino che lo guardava incuriosito.
Finito il trambusto è arrivato il momento di fare visita al frantoio con Tommaso Miari Fulcis, responsabile dell’azienda agricola, che mi spiega finalmente perchè il loro olio mi piace tanto. Ci sono alcuni aspetti della produzione dell’olio che ignoravo, e che invece fanno la differenza tra un prodotto di eccellenza e quello che viene spacciato per tale ma in realtà non lo è (ogni riferimento alle polemiche dell’ultimo periodo è assolutamente voluto!!).
Innanzi tutto il tempo che trascorre tra la raccolta delle olive e la frangitura è il più breve possibile, la lavorazione viene fatta a freddo (ovvero entro i 27 C° per non alterare il gusto) e in assenza di ossigeno. Inoltre l’olio vine filtrato per una migliore conservazione e soprattutto (cosa che non fa quasi nessuno) l’imbottigliamento viene fatto solo quando in Fattoria arriva un ordine. Tutte queste azioni tradotte per noi comuni mortali significano una cosa sola, che la bruschetta con questo olio “novo” è davvero una poesia!!
E non solo quella…adesso per un bel po’ a casa andremo avanti a pinzimonio, verdure al vapore, insalata fresca, vellutate, pasta in bianco ecc ecc. Tutti piatti che “sporcati” di olio diventano assolutamente sublimi.
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